LA GENOVESE DI TOTORE
La Genovese è tra le più antiche delle ricette della tradizione partenopea, e si porta dietro infinite discussioni sull’origine del nome.
Il duca Cavalcanti riporta una ricetta simile, già
durante i Borboni.
Si racconta che marinai genovesi che al porto
cuocevano la carne con la cipolla a cui i napoletani avrebbero poi aggiunto la
pasta.
Forse i due piatti a cui noi a casa teniamo di più
sono la genovese ed il ragù, ovvero i due piatti più celebrati e richiesti per
il pranzo della domenica.
Perché riflette la vera essenza della cucina
napoletana, che si basa sulla lentezza, sulla cottura a fuoco lento
E soprattutto perché sono fatti con ingredienti
poveri, che insieme alla fame soddisfa il palato dei commensali.
A Napoli esiste un vero e proprio culto della Genovese
La Genovese non è solo una salsa di carne e di
cipolle, ma qualcosa in più, la perfetta
fusione fra questi due ingredienti che si realizza dopo ore e ore di cottura
lenta e paziente. La cottura lenta porterà ad ottenere una salsa densa e dal
colore che sfuma nel marrone . La carne poi risulterà tenera, quasi da
sciogliersi in bocca.
La sua realizzazione è un vero rito, celebrato
quanto il pippiare del ragù, cucinare la genovese è sicuramente una esperienza
mistica, anche i nemici dichiarati della cipolla, apprezzano la genovese.
Per la Genovese si usano esclusivamente gli ziti, che poi verranno
spezzati a mano, i pezzettini di pasta che restano non vanno scartati ma
contribuiscono a rendere il piatto più amalgamato. In alternativa si possono
usare i paccheri, i rigatoni o i pennoni. Altre paste non bisogna prenderle in
considerazione.
Per la cipolla non usare la bianca o quella fresca,
ma la cipolla ramata.
Per la carne, il pezzo più usato è il lacierto
(girello) o la colardella (scamone), mai usare la carne di maiale.
Personalmente da accompagnamento preferisco un bel rosso, ma anche un bianco strutturato, può andar bene.
Ingredienti
per 4 persone
· 1
pezzo di carne da mezzo chilo
· olio extravergine
d'oliva
· 1 gambetto di
sedano
· 1 carota
· 4-5 cipolle ramate
· sale q.b
· pepe
· mezzo
chilo di ziti spezzati a mano
· formaggio
grattugiato (grana o parmigiano)
Preparazione
In una pentola fate rosolare in olio extravergine
d'oliva la carne, tagliata a pezzettoni, in modo che perda un po' di liquido,
poi aggiungete la carota, il sedano e spezie (pepe e alloro)
Qui c’è la variante, chi sfuma la carne con il vino
e chi mette un pomodoro, ma personalmente non mi piace e resto legato alla
ricetta tradizionale.
Aggiungete le cipolle tagliate finemente e coprite la carne, aggiungete un po'
di sale ed un poco d’acqua.
Coprite e fate cuocere a fuoco bassissimo, il famoso pippiare, mescolando di
tanto in tanto, proprio come si fa con il ragù.
Dopo circa tre ore si ottiene una crema densa dal sapore quasi dolce e
saporitissimo.
Se vedete che la carne non è tenera continuate la cottura fino a quando non si
taglia con una forchetta.
Ora versate il tutto in una padella larga lasciando la carne a parte,
aggiungete gli ziti cotti al dente, qualche spezia a vostro piacimento (pepe) e
fate mantecare il tutto a fuoco vivo per uno o due minuti girando in modo che
l'amido della pasta si amalgami bene al sugo
A tavola aggiungete il formaggio.
La carne servitela come secondo piatto.
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